Andando a Nord della Norvegia vi capiterà di vedere delle strane strutture piramidali (di solito in legno) con appeso qualcosa: è il merluzzo.
Oltre ad essere molto gustoso, la pesca e l’ essiccazione di questo pesce sono tra le attività principali e redditizie delle zone settentrionali, in particolare modo delle isole Lofoten. Per questo motivo il 90% dei votanti di queste zone si è espresso contro l’ingresso nell’Unione Europea; ciò avrebbe portato il libero accesso ai pescherecci di altre nazioni nelle acque Norvegesi.
Il periodo migliore per la pesca al merluzzo va da gennaio ad aprile, perché in quel periodo i pesci arrivano dal Mar di Barents per deporre le uova. A marzo si tiene anche un campionato mondiale di pesca al merluzzo.
Diversi sono i metodi di conservazione. Quello citato sopra si chiama stockfish o comunemente riconosciuto come lo stoccafisso. Metodo antico, consiste nel decapitare tonnellate di pesce che poi vengono poste su delle rastrelliere in legno ad asciugare. In questo modo lo stoccafisso si mantiene commestibile per molto tempo e si può mangiare anche crudo.
Vi è poi il metodo del saltfish, con cui il merluzzo viene sfilettato, salato e fatto essiccare per tre settimane.
Una curiosità: di questo pesce non si butta via niente. Noi conosciamo l’olio ricavato dal fegato, che i nostri nonno bevevano, ma vengono tenute le lingue (considerata una prelibatezza locale), le uova e perfino le teste, le quali vengono mandate in Nigeria per preparare un piccante piatto popolare.